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sabato 28 gennaio 2012

José Rubiera, un fotografo prestato alla metereologia


A Cuba è un personaggio popolarissimo e amato dai telespettatori di tutte le età: il Dottor José Rubiera, meteorologo. Personalmente lo paragono al mitico colonnello Bernacca che i giovani di una volta ricorderanno. Come il “nostro” colonello in Italia, José è stato il “fondatore” della meteorologia sul piccolo schermo cubano.
Rubiera è nato da famiglia umile il 22 Gennaio del 1946 a san Antonio de Rio Blanco nella provincia La Habana (oggi Mayabeque), e porta splendidamente i suoi 66 anni appena compiuti. La passione per la Meteorologia ha radici lontane: ricorda ancora quando, mentre era in braccio a sua madre, cercavano riparo per l'arrivo dell'uragano che ha flagellato l'Avana nel 1948 e con i suoi teneri 2 anni, già si sentiva incuriosito dagli eventi atmosferici.
Fu sempre in età precoce, a 6 anni, quando cominciò ad avvicinarsi con più cognizione alla materia, consultando una cartina meteorologica che gli aveva regalato uno zio. In quello stesso anno gli era subentrato un altro “tarlo” che però ha sviluppato in modo eccellente, ma non professionale: la fotografia. La prima immagine, infatti la scattò con una fotocamera a cassetta “Kodak Brownie” che usava la pelicola 620 ovvero il rullino doppio per immagini da 6x6 cm. José mi ha mostrato alcuni esempi del suo hobby e ne sono rimasto veramente impressionato per la qualità e l'accuratezza delle immagini. Dalla messa a fuoco al soggetto, dal colore alla composizione. Credo che avrà una “seconda chance” come fotografo professionista: non è mai troppo tardi. Spero che mi consenta di pubblicare qualcuna delle immagini che ha catturato col suo obbietivo perchè sono veramente molto belle.
Tornando alla meteorologia. Il giovane José provò l'esperienza anche dell'uragano “Flora”, del 1963, che fu uno dei più violenti abbattutisi sull'Isola. A quei tempi frequentava le scuole medie e ricevette in dono un “Manuale per l'insegnamento delle Scienze” edito dall'UNESCO. Data la sua inclinazione per la Fisica, di cui la Meteorologia è un ramo, frequentò il corso preuniversitario di Fisica e poi l'Università dove ottenne il titolo.
La Fisica di per se lo attraeva, ma non quella puramente teorica, a lui piaceva vedere i cambiamenti “sul campo” e cosa c'era di meglio della Meteorolgia, di cui aveva già nozioni da tempo? Aprofittò di un annuncio apparso sul “Granma” in cui si richiedevano addetti al servizio di meteorologia e iniziò, così, la sua carriera nella professione.
“A Cuba” mi diceva “la meteorolgia era una cosa di poco interesse per il grande pubblico e a quei tempi le previsioni erano anche abbsatanza imprecise. I bollettini venivano letti dagli annunciatori della radio e TV e accompagnati, in questo caso, da cartine disegnate che non avevano nessuna “presa” sui telespettatori. Nel 1980, con l'arrivo dell'uragano “Allen” che fortunatamente ha lambito le coste, ma non si è abbattuto su di noi, feci la mia prima apparizione in televisione per dare informazioni alla popolazione sul fenomeno meteo che comunque incombeva sull'area. Quella fu un'apparizione estemporanea e rimase unica, al momento. Circa un anno più tardi, il 13 Gennaio del 1981, venne accettata la mia proposta di far apparire in video un metereologo professionista come si stava già facendo in molti altri Paesi del Mondo e da quel giorno iniziò la mia presenza sul piccolo schermo, seguita poi anche da quella da altri colleghi. E il pubblico ha risposto in maniera positiva rendendo le previsioni del tempo una rubrica molto seguita.”
“Anche se questa esperienza è stata abbastanza tardiva e all'inizio condotta con pochi mezzi, sia tecnici che scenici, devo dire che Cuba è stato uno dei primi Paesi dell'America Latina e forse anche il primo, ad usare il satellite meteorologico come strumento di lavoro, grazie a una stazione che ci aveva donato la URSS per poterci collegare a uno dei suoi satelliti a partire dal 23 marzo del 1969. Le previsioni, però, erano ancora abbastanza incerte ed è solo dal 2005 che possiamo dire di avere previsioni affidabili con un'esattezza di oltre il 90% in quesi utlimi anni. Quello “migliore” è stato il 2009 dove abbiamo raggiunto, statitisticamente, il 92.6% di pronostici esatti. Devo anche dire che la situazione meteorologica di Cuba è molto complessa, essendo nella fascia tropicale ed anche un'isola. In quest'area non si hanno degli “schemi” più o meno stazionari come nelle zone continentali dove il tempo subisce variazioni meno improvvise e violente mantenendosi con uno sviluppo costante e progressivamente più prevedibile.”
Fin qua il racconto di José Rubiera, il decano dei metereologi cubani e dalla grande simpatia che oltre a “bucare lo schermo” viene esercitata nella vita di tutti i giorni. Spero di poter parlare presto di José Rubiera fotografo di grande talento, come dicevo...non è mai troppo tardi.


7 commenti:

  1. José Rubiera è molto bravo, ma il mio preferito era il compianto Armando Lima: "Les deseo lllllllllllo mejorrrrr!"

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  2. ¿Cómo está compañero Aldillo, ciumbia vedo che José Rubiera è stato ospite a casa tua e non viceversa, che onore! Sai in un primo momento ho creduto fosse una foto degli anni 50, ma poi da una più attenta visione ho capito che è recentissima e sai da cosa?!

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  3. Naturalmente la diversità di gusti e opinioni è sovrana e necessaria, comunque al di la della bravura, Rubiera è un'"istituzione" ed è "l'inventore" del meteo televisivo in Cuba, credo di non essere lontano dal paragone con Bernacca e magari del suo "erede" Baroni.

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  4. Bentornato camerata, ogni tanto riemergi dagli abissi col tuo U-boat...la differenza con gli anni '50 potrebbe essere la stazza, il colore della barba (che non avevo ancora) e i pantaloni corti che porto ancora, ma d'estate.
    Beh, si, qualche amico ce l'ho ancora (di quelli ancora vivi o non espatriati), spero di averne ospiti anche altri...o io andare da loro.

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  5. Mio caro compañero, hai indovinato: il colore della barba e la stazza! Invece per gli anni 50 è il telefono con la cornetta, che tra l'altro l'ho già visto nel post del 21.12.2011 dal titolo "Quattro giorni senza telefono"! Un cordless, no!

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  6. Il modello del telefono (senza Pippo appoggiato) è anche anteriore agli anni '50...e un prodoto "Disney" che mi avevano regalato a Miami e che ho portato da Milano. Non è cordless, è a filo e quando entrano le chiamate Pippo si sveglia e biascica alla sua maniera che lo hanno disturbato. peccato che questa funzione la fa con le pile "mezza torcia" che qua sono difficili da reperire e abastanza care, fra l'altro non le ho mai viste ricaricabili, nemmeno a Milano.

    p.s.: sul tuo commento al libro degli ospiti del sito non ti ho chiesto se riconoscevi il mio FJ che tenevo all'idroscalo...

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  7. Mio caro compañero, l'ho riconosciuto al primo sguardo e guarda che te l'ho anche scritto: "Ho visto l'immagine del FJ (randa, fiocco e deriva mobile) e mi sono commosso, bei tempi!" Poi però il nocchiere sono diventato io!!!

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